Palazzo Chiaramonte, una storia lunga 7 secoli

Sul lato meridionale di Piazza Marina, questo massiccio edificio fu realizzato nel Trecento dalla famiglia Chiaramonte, in uno stile severi, ma non privo di elementi decorativi che, proprio da questa famiglia, prende il nome di "stile chiaramontano".

Era un osterium, vale a dire un palazzo fortificato, e per questo motivo tutti, a Palermo, lo chiamano da sempre "lo Steri". Dopo essere stato espropriato ai Chiaramonte, caduti in disgrazia per avere tramato contro il Re (Andrea, l'ultimo erede, fu decapitato proprio davanti al palazzo), lo Steri divenne prima residenza reale e in seguito sede del Tribunale dell'Inquisizione. Oggi è sede degli uffici del rettorato dell'università, ma custodisce ancora varie testimonianze del suo movimento passato. Al Trecento risale, per esempio, il bel soffitto a cassettoni in legno minuziosamente dipinto del grande salone al piano nobile. Sono stati conservati anche alcuni ambienti delle orribili carceri dell'Inquisizione, con affreschi, scritte e disegni dei disgraziati che vi furono rinchiusi. Tra i detenuti anche un frate, Diego La Martina, divenuto secoli dopo, nel 1964, protagonista di un romanzo storico di Leonardo Sciascia: Morte dell'Inquisitore.