venerdì 2 ottobre 2009

Pantelleria - Atmosfere arabe

Più vicina alla costa africana che a quella italiana, Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo, porta scritte sulla scura roccia lavica le tracce toponomastiche della denominazione saracena, iniziata nell'anno 835 e durata due secoli. Khattbuali, Khazèn, Reckhale e Khaddiùggia sono villaggi dal nome inconfondibilmente arabo sparsi tra i muretti a secco, lungo la perimetrale che abbraccia tutta l'isola partendo da Pantelleria, il centro principale, situato a nord. Anche la discrezione degli abitanti locali, i "panteschi", è retaggio della cultura araba e ha fatto dell'isola destinazione prediletta da famosi personaggi in cerca di privacy, come Giorgio Armani e Riccardo Muti. A prima vista aspra e spoglia, l'isola più esotica del Mediterraneo rivela un paesaggio dove le vite e i cespugli di capperi crescono in condizioni ambientali privilegiate, soprattutto per il vento di scirocco e il suolo vulcanico. Le coltivazioni di zibibbo danno alle cantine locali il famoso passito.
Benefici per la salute sono i vapori che fuoriescono dalla grotta di Benikulà, le sorgenti termali di Sataria e quelle di Nicà e Gadir. La natura rocciosa dell'isola incontra il mare formando calette come quelle di Cinque Denti, Dietro Isola, Levante, Martingala e Balata dei Turchi. L'unica sabbia che si trova a Pantelleria è quella che borda le acque dello Specchio di Venere, un laghetto sulfureo sulla costa orientale, nei pressi di Khattbuali, noto per i fanghi ricchi di minerali. Le tipiche dimore locali, i Dammussi, ispirano nella loro semplicità lo scrittore Curzio Malaparte, che passò qui un periodo di esilio. Altro vocabolo da imparare, per entrare nello spirito dell'isola, è "ducchena". Si riferisce alla terrazza con sedute in pietra dove ci si trova alla sera, lasciandosi accarezzare dal vento dopo una giornata al mare, per un'aperitivo accompagnato dai capperi.
La parte montana, tra i vulcani spenti (Montagna Grande, Gelfiser e Gibelè) e piccoli villaggi come Monastero, Piana della Ghirlanda e Muègen, offriva un tempo rifugio alle incursioni dei pirati e oggi rappresenta la parte più selvaggia e preservata dell'isola. Una gita fino a qui permette di ammirare lo spettacolo delle "favare", getti di vapore caldo che fuoriescono dal terreno creando un effetto lunare.

2 commenti:

  1. Bellissima! Ci voglio andareee!!! :)

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  2. soggiornare in un dammuso sarebbe il massimo...spero che si avveri questo sogno!

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