Pantalica (dall'arabo buntarigah = grotta), è nota come uno dei più importanti siti archeologici della Sicilia. Situata fra Cassaro, Ferla e Sortino, vi si giunge percorrendo la strada interna che dai Monti Iblei scende verso il golfo di Siracusa.
L'area, di eccezionale interesse storico, archeologico e naturalistico, è delimitata da due grandi cave lungo le quali scorrono i fiumi Anapo e Calcinara, e si mostra nel suo incantevole aspetto di località rupestre, ergendosi al di sopra di un aspro altopiano, che nel XIII secolo a.C., conobbe l'insediamento delle popolazioni indigene della costa orientale dell'isola, in quanto ritenuta luogo sicuro di rifugio e difesa.
Dopo i Siculi, il sito fu abitato e fortificato dai Greci.
Della città protostorica, probabilmente distrutta dai Siracusani prima della fondazione di Akrai (Polazzolo) nel 664 a.C., restano oggi le vaste e scenografiche necropoli, costituite da circa 7000 tombe a grotticella artificiale scavate nella roccia naturale, delle quali circa 5000 sono vere e proprie tombe preistoriche, mentre le altre più grandi, dette cameroni, sono abitazione di età bizantina. Al periodo bizantino risalgono anche i resti di quattro villaggi ruprestri e di tre chiesette: il primo è caratterizzato dalla grotta dell'Oratorio del Crocifisso in cui è possibile vedere i resti di affreschi raffiguranti la Crocifissione e San Nicola; il secondo si trova all'inizio della necropoli di Gavetta, nel lato est dell'altipiano, e presenta 350 tombe e 70 abitazioni; il terzo si trova a sud di Pantalica ed ha per centro religioso l'Oratorio di San Nicolicchio realizzato utilizzando ambienti preesistenti abbelliti di affreschi e scritte, di cui sono visibili soltanto frammenti di figure identificabili in Sant'Elena e Santo Stefano; il quarto, il principale, si trova all'estremità occidentale presso l'ingresso di Filiporto ed è composto da più di 150 abitazioni a più stanze e da una chiesetta denominata San Micidiario, ricca al suo interno di affreschi deteriorati dal tempo.
La bellezza paesaggistica di Pantalica è offerta anche dallo scenario naturalistico. In questa oasi naturale si possono ammirare esempi di flora che vanno dagli anemoni, alle orchidee, all'anagallis; alberi ad alto fusto come oleandri, salici,platani orientali e carubbi.
La fauna della riserva naturale è costituita da varie specie animali, dal corvo, al falco pellegrino,dalla donnola, all'istrice e alla volpe, dalla trota al granchio di fiume. Nascosti fra la fitta vegetazione si trovano numerosi laghetti dalle acque cristalline che scorrono nelle gole rocciose e magnifiche grotte al cui interno sono custodite splendide stalattiti e stalagmiti.
Questo scenario di circa ottanta ettari, con la necropoli più grande del mediterraneo inserita in un contesto di spettacolari risorse paesaggistiche e naturali, rappresenta oggi un bene unico nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
bellissima!!! complimenti per i luoghi insoliti e affascinanti che proponi!
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo che coniuga sia l'aspetto archeologico sia quello naturalistico di Pantalica!
RispondiEliminaDiverse generazioni di Uomini ri-utilizzarono le grotte pre-esistenti:Pantalica è una fortezza naturale che, per la sua struttura (le grotte ricavate da pareti quasi inaccessibili) , è stata probabilmente abitata dai primi Homo Sapiens e, successivamente, dall'Uomo del Paleolitico e del Neolitico: Il problema che si pone allora è: chi abitava le grotte di Pantalica prima della civiltà di Pantalica stessa? Questa è evidentemente una storia a parte, una storia che riguarda la nostra stessa evoluzione...........per chi vuole saperne di più http://www.pantalica.org/
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