A un certo punto i robusti vini di Sicilia, come quelli di altre regioni meridionali, ebbero il destino di vini da taglio, salvo pochissimi, pregiati e noti, come il Corvo di Casteldaccia.
Oggi i vini DOC con i quali si è iniziato un rovesciamento della tendenza sono una decina, ciascuno con varie articolazioni di denominazione. A parte ci sono i fasti del Marsala, il caro vecchio Marsala, offerto in bicchierini con i biscotti nelle visite pomeridiane. E’ un vino “composto”, notevolmente alcolico, ottenuto da miscele di vini e mosto cotto; lo ha inventato un inglese, John Woodhouse. Costui, commerciante di vini iberici, capitò a Trapani nel 1773, in verità per comprare gusci di mandorle, la cui cenere serviva per fare la soda caustica. Ebbe l’idea che trattando i vini isolani si poteva ottenere qualcosa che facesse concorrenza sul mercato inglese allo sherry e al porto. Ci provò in un laboratorio a Cannizzo, presso Marsala, e ci riuscì.
Il Marsala poi allargò le sue posizioni commerciali, quando il “blocco continentale” di Napoleone ostacolò le esportazioni spagnole. Oggi il Marsala, che tenta di ritrovare il suo posto nei gusti del pubblico, distinto in Oro, Ambra e Rubino, per il colore si presenta con 33 sottodenominazioni.
Beh, un vino che porta il mio nome ... deve essere degno di essere bevuto.
RispondiEliminaBuona giornata
Ciao Ambra sicuramente sarà buonissimo ;)
RispondiEliminabuona giornata anche a te.
Olá quanto tempo que eu não passo aqui.
RispondiEliminaSeu espaço continua perfeito, Perfeito.
Parabéns..!!!
Grande abraço.
a però quella del Marsala inventato da un inglese proprio mi mancava...certo che è buono davvero! :-)
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