Navelina, Lunario, Interdonato, Monachello...pochi a sentire questi nomi riconoscerebbero che si tratta di varietà agrumicole, eppure gli agrumi sono sempre la grande ricchezza, l'oro della Sicilia! E dell'oro hanno anche i luminosi colori, tutte le varietà del giallo, dell'arancione e del rosso caldo.
Un piccolo comune sulle prime pendici dei Monti Peloritani è la riconosciuta minuscola capitale del vivaismo agrumicolo siciliano, un paese dal nome lungo come una poesia e dal suono vagamente esotico: Mazzarrà S.Andrea. Il nome deriverebbe dal termine arabo, Mazarah, che significa "gente laboriosa", ma si fà anche ad origini più suggestive: Mazarak, un principe musulmano, con il suo seguito si sarebbe insediato in queste terre costruendosi un favoloso castello di cui rimangono ancora ruderi. Comunque sia l'origine araba del paese sembra certa e furono con molta probabilità gli stessi Arabi ad impiantare quegli agrumi a cui Mazzarrà deve la sua fama. Gli agricoltori del luogo nei secoli hanno affinato l'arte vivaistica, estendendola anche da altre colture come l'ulivo, il vigneto, la pianta ornamentale, ed eportandola nel mondo. Quest'ultima affermazione non è esagerata poichè nel 1889, per l'Esposizione Universale di Parigi, un vivaista mazzarese partì con i suoi prodotti per esporli sulla Tour Eiffel. Inoltre famiglie mazzaresi emigrati in America contribuirono in modo determinante allo sviluppo della coltivazione degli agrumi nella lontana California.
Il paese ha anche una storia importante. Nel 1400 il nobile Giovanni Giardina regolò la vita del feudo secondo la legislazione normanna; a lui successe il figlio Ernico, e nel 1447 le terre passarono sotto la signoria di Corrado Spadafora, barone di Venetico. Fu solo nel 1653 che il borgo si ingrandì, per volere di Pietro Spadafora, accogliendo gente da fuori.
Da vedere assolutamente il portale barocco della settecentesca Chiesa Maria SS. delle Grazie, nella cui sacrestia è conservato un bellissimo Crocifisso del '700.
Un piccolo comune sulle prime pendici dei Monti Peloritani è la riconosciuta minuscola capitale del vivaismo agrumicolo siciliano, un paese dal nome lungo come una poesia e dal suono vagamente esotico: Mazzarrà S.Andrea. Il nome deriverebbe dal termine arabo, Mazarah, che significa "gente laboriosa", ma si fà anche ad origini più suggestive: Mazarak, un principe musulmano, con il suo seguito si sarebbe insediato in queste terre costruendosi un favoloso castello di cui rimangono ancora ruderi. Comunque sia l'origine araba del paese sembra certa e furono con molta probabilità gli stessi Arabi ad impiantare quegli agrumi a cui Mazzarrà deve la sua fama. Gli agricoltori del luogo nei secoli hanno affinato l'arte vivaistica, estendendola anche da altre colture come l'ulivo, il vigneto, la pianta ornamentale, ed eportandola nel mondo. Quest'ultima affermazione non è esagerata poichè nel 1889, per l'Esposizione Universale di Parigi, un vivaista mazzarese partì con i suoi prodotti per esporli sulla Tour Eiffel. Inoltre famiglie mazzaresi emigrati in America contribuirono in modo determinante allo sviluppo della coltivazione degli agrumi nella lontana California.
Il paese ha anche una storia importante. Nel 1400 il nobile Giovanni Giardina regolò la vita del feudo secondo la legislazione normanna; a lui successe il figlio Ernico, e nel 1447 le terre passarono sotto la signoria di Corrado Spadafora, barone di Venetico. Fu solo nel 1653 che il borgo si ingrandì, per volere di Pietro Spadafora, accogliendo gente da fuori.
Da vedere assolutamente il portale barocco della settecentesca Chiesa Maria SS. delle Grazie, nella cui sacrestia è conservato un bellissimo Crocifisso del '700.
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