
"Il tempio di
Segesta - scrisse inebriato Guy de Maupassant - si staglia meraviglioso, con le sue 36 colonne doriche, sull'immenso drappeggio verde che fa da fondale all'enorme momumento, unico, solitario, in questa campagna confini".
La fondazione di Segesta si perde nella preistoria, poichè è anteriore alla colonizzazione fenicia e greca. Virgilio l'attribuisce al troiano Enea e di origine troiana sarebbe stato il misterioso popolo degli Elimi, che l'abitavano.
Il
tempio, innalzato su una terrazza rocciosa probabilmente nell'ultimo trentennio del V secolo a.C. è uno dei più perfetti esempi di architettura dorica. Elegante e importante, manca

però della tradizionale "cella del Dio", il che lo fa ritenere un adattamento del tempio creco alle esigenze di culti locali. Pochi metri più in alto del Tempio, sulla sommità del
monte Barbaro, si trova il
teatro: un semicerchio di oltre 60 metri di diametro con una gradinatada cui si gode il panorama sulla vallata.