In una prosa scarna, serrata, incisiva ritrasse la realtà della vità con un'evidenza straordinaria. Il successo gli giunse con Storia di una capinera (1871), romanzo in cui l'accento era posto sul tema delle passioni travolgenti e fatali. In esso si riscontrava una sorta di verismo, soprattutto là dove Verga aveva narrato della pazzia della giovane protagonista costretta a farsi monaca.
Trasferitosi a Milano nel 1872, Verga frequentò i ritrovi eleganti del capoluogo lombardo ed entrò in contatto con gli scapigliati, pur non condividendo fino in fondo l'atteggiamento nichilista del loro movimento.
Nel 1878, dopo la morte della madre, angosciato e preso dai sensi di colpa per avere abbandonato il fotocale domestico, Verga scrive i Malavoglia. La sfumatura ironica, invece, si ritrova in un'altro grandissimo romanzo: Mastro Don Gesualdo (1889), sintesi e capolavoro del Realismo italiano.
Per gli ottanta anni dello scrittore, si tennero a Roma le onoranze presso il Teatro Valle alla presenza dell'allora Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce e il discorso ufficiale fu ottenuto da Luigi Pirandello. Sempre in quell'anno Verga ricevette la nomina di senatore del Regno.
Il 24 gennaio 1922, colto da ictus, non riprese conoscenza e il 27 gennaio morì a Catania.
Principali Opere: Una peccatrice - Storia di una capinera - Eva - Tigre reale - Eros - Nedda - L'amante di Gramigna - La lupa - Jeli il pastore - Rosso Malpelo - Cavalleria rusticana - Fantasticheria - Il marito di Elena - Ciclo dei Vinti: I Malavoglia - Mastro Don Gesualdo
Nessun commento:
Posta un commento